HORROR WEEK Volume 4: Terrore dall'Asia.

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Siamo pronti per una bella mangiata al Giapponese? ma possiamo anche andare al Cinese, o forse è meglio preparare la tavola, con cibo ispirato a vari continenti Asiatici, così ci facciamo un bel All You Can Eat!

Sperando che il cibo sia ben cotto e che non cominci a camminare sulla tavola, o ancora peggio, una volta che è stato ingerito. Se poi troviamo dei piatti crudi che non hanno ancora cenato, beh... li potremmo rischiare di fare la fine del cibo, non credo possa essere una buona idea.

Come sugerisce la copertina del nostro nuovo Horror Week, anche il sushi potrebbe essere pericoloso, se non ci accertiamo che il pesce sia morto, prima di ingoiarlo.

Noboru Iguchi ha preparato una pellicola ben apparecchiata nel 2013, in Giappone ha avuto un successo clamoroso, Dead Sushi (Deddo Sushi) dove il sushi prende vita e comincia a divorare chiunque si trovi davanti, come masse di zombie, i sushi si muovono alla ricerca di squisiti esseri umani da mettere sotto i denti.

Il regista dice di essere stato attratto dal successo di Pirhana 3D in Giappone, così ha voluto creare qualcosa di "Tra virgolette" ironico, mischiato allo splatter e ad alcune scene di nudo. Anche se la pellicola prende il suo maggiore spunto verso il trash movie americano "L'attacco dei pomodori assassini".

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Il film rientra nella categoria del cinema estremo, che racchiude moltissime scene scioccanti, sangue, sbudellamenti e sesso, una pellicola che per gli amanti dal trash d'autore è un cimelio da avere assolutamente. Il sushi in oltre, oltre a far diventare il pesce un assassino, riesce a trasformare gli esseri umani in creature terribili, affamate di carne umana.

Keiko sarà colei che si troverà a combattere, insieme ad altri superstiti del resort in cui lavorano, contro queste creature deforme e contro i pezzi di sushi che volano e girano liberamente per la location.

Il cast è contornato da bellissime Idol molto sexy e seducenti, tra le più importanti scelte dal regista troviamo l'attrice porno Yumi Hanamaki, insieme a Reina Takeda e Yui Murata, che in Giappone sono molto apprezzate dai maschietti.


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Un altro film di genere, possiamo citare l'ottimo lavoro di ben tre registi giapponesi, il mitico Mutant Girls Squad, un fantasy/horror che racchiude scene splatter e trash, come solo i giapponesi amano fare.

La pellicola è stata diretta in tre parti, nel senso che i tre registi si sono divisi i tempi dei film, la prima parte è gestita da Tak Sakaguci, la seconda parte è di Noboru Iguchi e la terza è stata affidata a Yoshihiro Nishimura. 

Rin, è una giovane studentessa che nel giorno del suo compleanno scopre di essere metà umana e metà mutante, dai suoi genitori. Ma proprio il giorno del suo compleanno i suoi genitori vengono brutalmente assassinati dalle forze speciali anti mutanti, ma lei riesce a fuggire finendo nel clan Hiruko, dove scoprirà tutti i suoi poteri insieme ad altre ragazze che come lei, nascondono una parte mutante nel corpo.

Il film è molto violento e sanguinoso, un horror originale che riesce a catturare l'attenzione del pubblico in cerca di scene gore e trash. Anche in questo caso le allusioni sessuali da parte dei protagonisti e dai registi è molto marcata. In Giappone infatti è un marchio di fabbrica, inserire belle ragazze e nudità all'interno di pellicole splatter, che riescono in ogni caso a finire in moltissimi concorsi cinematografici, per le loro trame ed un spietato uso della fantasia.

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LA MAGIA OSCURA DELL'ASIA

Le pellicole horror provenienti dall'Asia come Giappone, Corea e Cina, sono contornati da un velo oscuro, pallido e inquietante rispetto a come è abituato lo spettacolo occidentale. Spesso nei film horror asiatici non troviamo mostri, ma sempre presenze come i fantasmi, che assumono moltissime volte dei movimenti e delle posizioni del corpo che suscitano paura.

Raramente nel cinema horror asiatico troviamo gli ormai stra usati "Jump Scare" che nel cinema occidentale vengono messi ovunque, per provare a far saltare lo spettatore, spesso questa tecnica viene abusata nelle pellicole, specie nei film che falliscono nella missione di spaventare il pubblico!

I fantasmi a mandorla fanno molta più paura, si intravedono nelle ombre delle inquadrature, appaioni senza dire nulla, anche nel mezzo di un dialogo, senza essere accompagnati da suoni forti, che indicano la loro presenza, i registi asiatici sanno bene come farti venire il brivido nella schiena, anche senza effetti speciali.


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La sa bene Sadako che nel 1998 ha spaventato tutta la popolazione del Giappone, con The Ring di Hideo Nakata, la sua fisonomia, il suo look semplice ma tremendamente scioccante, i lunghi capelli che ti impediscono di vedere il suo viso, e quel movimento innaturale mentre il rumore delle sue ossa che giunge dentro l'anima, mette alla prova il più critico cinefilo.

Sadako non ha conquistato soltanto il suo paese di origine, ma è riuscità ad entrare negli incubi di tutti gli spettatori di tutto il mondo, suscitando interesse, tant'è che Hideo cominciò a creare una trilogia straordinaria. Il cinema Americano, forse perchè si sentiva minacciato dalla popolarità horror dell'Asia, ne fece un Remake tutto occidentale, ma non ebbe lo stesso successo, mancava di atmosfera e profondità che neanche gli effetti speciali inseriti potevano competere con la serie cinematografica originale.

Recentemente uscirono Sadako 3D, Sadako 3D 2 e Sadako VS Kayako, Quest'ultima è la protagonista di un altro cimelio cinematografico orientale, Ju On! Ad ogni modo, The Ring è ispirato al romanzo di Koji Suzuki, intitolato Ringu, del 1991.


L'amore tra madre e figlio può essere ancora più forte, durante la morte. Toshio e Kayako continuano a stare sempre insieme, amano spaventare le loro vittime, nei loro Ju on conosciuti anche come The Grudge, danno sfogo alla loro fantasia spiritata, per far rabbrividire e morire i mal capitati, con la loro oscura maledizione.

Nacque per la prima volta come due cortometraggi nel 1998 intitolati "Katasumi /4444444444" diretto da Takashi Shimizu, dove una povera studentessa cade vittima del fantasma di Kayako dietro un angolo di strada. Fu l'apri pista per una serie uscita in home video e successivamente trasmessa in televisione, sempre in Giappone nel 2000, intitolati Ju On e Ju On 2! Successivamente qualche anno dopo, vennero trasmessi anche in Italia con Sky, per poi essere venduti anche in DVD.

La serie di Ju On, fu un successo clamoroso, anche in occidente. Il film è palesemente girato con un budget davvero scarso, ma riesce a creare la giusta atmosfera accattivante e oscura, in grado di trasmettere sensazioni da brivido per ogni minuto che passa.

La serie continua con i film The Grudge e The Grudge 2, che segnano un successo strepitoso, l'occidente insieme alle pellicole di The Ring, riesce ad avvicinarsi al cinema horror asiatico, cominciando a conoscere una nuova forma di terrore, quello psicologico, fatto di luci, visioni e atmosfere oniriche, dove le paure raggiungono un livello superiore.

Anche in questo caso la scena cinematografica americana, tenta di mettere mano sul fenomeno The Grudge, con pessimi risultati, pur utilizzando gli stessi attori di Kayako e Toshio! Viene anche finanziato il terzo capitolo della serie The Grudge 3, diretto da Toby Wilkins e scritto da Takashi Shimizu. Nonostante la trama sia stata scritta dal suo creatore originale, la pellicola USA non riesce ad essere un vero degno seguito, perde di atmosfera ed eleganza come solo Takashi riesce a dare alla sua creatura.

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TU SEI GIAPPONESE? NO COREANO!

Facile confondere un Coreano da un Giapponese, lo stesso vale per le pellicole cinematografiche, molto spesso usano la stessa dinamica atmosferica, le stesse location, se non fosse per i protagonisti che nominano luoghi cose e città, non si noterebbe molta differenza tra i due mondi.

In Corea possiamo trovare pellicole horror davvero da brivido, come l'eccellente Whispering Corridors 4, conosciuto anche come "Voice". Una ragazza si accorge di essere un fantasma, e tenta di mettersi in contatto con la sua migliore amica, cercando in tutti i modi di comunicare con il mondo dei vivi, tentando di trovare il motivo della sua morte. Un film molto interessante per chi vuole immergersi in atmosfere particolari ricche di tensione e mistero.


Possessed è un film del 2009 del regista Lee Yong Joo, che richiama l'attenzione ai film com Ringu, mischiando le storie di fantasmi con la fede e l'esorcismo.

Quando la protagonista Hee Jin torna a casa per provare ad indagare sulla sparizione di So Jin, la sorella più piccola che soffre di disturbi mentali, la loro madre essendo divenuta un'ossessionata cristiana, dopo alcuni eventi accaduti, crede che ogni problema si possa risolvere con la preghiera.

Hee Jin ingacia Tae Hwan, particolare investigatore dal carattere tutto suo, che nel cercare qualche indizio sulla sparizione di So Jin, viene a conoscenza di strane morti all'interno del palazzo, da parte di uno spirito maligno arrivato tramite un rituale svolto molto tempo fa, proprio su So Jin.

La pellicola si svolge in un alone di mistero, condita con scene molto terrificanti tra immagini e situazioni di pura tensione.



Esistono anche film che intrecciano storie davvero profonde e di impatto emotivo, una fusione tra horror e drammatico, che miscelano vibrazioni da incubo con quelle emotive. The Wig, fa tutto questo, il regista Won Sin-Yeon ha creato sicuramente un capolavoro, come pochi.

Qui l'horror non si affida a spiriti o mostri che arrivano da altre dimensioni o dal mondo dei morti, qui l'elemento da brivido è la paura che prova la protagonista. Una ragazza malata di tumore, è ossessionata dalla sua parrucca, solo grazie ad essa, riesce a guardarsi allo specchio ed uscire alla luce del sole. Il tumore diventa la sua fonte di terrore, le sue paure verso la morte si trasformano in visioni terrificanti che coinvolgono anche la sua parrucca, in una lotta tra lei e le sue depressioni, che si svolgono in luoghi comuni a questo genere di film, attirando lo spettatore all'interno delle sue ansie oscure.

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OKIKU, UNA STORIA DI FANTASMI REALE!

Molti film dell'horrore della cultura Giapponese, sono ispirati tal volta a leggende antiche, o ancora meglio, a fatti realmente accaduti. Ciò che ci stupisce è che ancora nessun regista si è preso a cuore una delle storie più famose del Giappone, e anche del mondo, riguardo ad uno dei simboli più tradizionali.

La bambola Okiku, spesso vista con sguardo inquieto da parte dei Giapponesi, è ormai famosa perchè considerata un contenitore possibile, per le anime delle persone defunte per via di un fatto davvero singolare.

Eikichi Suzuki un giorno comperò una bambola presso la via dei sovenir di Sapporo, la regalò alla sua sua sorellina di due anni Okiku. Ma nel 1919 la bambina morì per una grave polmonite, decisero di mettere la bambola nella tomba, insieme alla bambina il giorno del funerale, ma nel trambusto dei preparativi, la bambola fu dimenticata a casa.

La famiglia si pentì moltissimo di non aver fatto ciò che si erano promessi di fare, così poggiarono la bambola sull'altare in casa, dedicato ad Okiku. Ma con il passare dei mesi si accorsero che la bambola, aveva qualcosa di diverso, rispetto al giorno in cui è stata messa lì, i suoi capelli erano diventati più lunghi, solitamente quel genere di bambole avevano i capelli poco sopra le spalle.

Incuriositi provarono a tagliare i capelli, e riportarli corti come in precedenza, ma con grande stupore, dopo qualche tempo, i capelli erano nuovamente lunghi, fino alle ginocchia. Da quel momento la famiglia si convinse che dentro la bambola, albergava lo spirito della loro Okiku.

Ancora oggi, la bambola Okiku viene visitata da molti curiosi, i capelli crescono ogni volta che vengono tagliati, sono stati anche analizzati, ma nulla porta ad una conclusione. La misura massima dei capelli una volta ricresciuti è di 25 cm.

Non è propriamente una storia horror, ma è comunque un racconto di fantasmi, ancora incerti se si tratti un falso, o di un caso autentico, resta di fatto che questa storia è ormai parte della cultura Giapponese.

Molti film si sono ispirati alla lunghezza dei capelli negli spiriti Giapponesi e anche Coreani, i capelli sono spesso oggetto inquietante di queste presenze, a cominciare da Sadako di The Ring, dove i capelli coprono totalmente il viso, o di Kayako di Ju On. La figura dello spirito è rappresentata da lunghi capelli neri che continuano a crescere anche dopo la morte, la figura più popolare è sicuramente lo spirito Oyuki, molto simile all'immagine di Sadako.


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E mentre Kayako tenta di aprire la bocca di questa povera ragazza, noi vi diamo appuntamento alla settimana prossima, dove troveremo un sacco di cose interessanti.

Ci auguriamo di avervo dato qualche idea su cosa guardane nei prossimi giorni, e di avervi riempito di cursiosità sul cinema horror asiatico, noi intanto andiamo a preparare qualcosa di nuovo!

Alla prossima! 


- Horror Week

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