HORROR WEEK VOL 19: I VAGANTI



I vaganti nel genere horror, sono coloro che camminano putrefatti per le strade, in cerca di carne fresca e cosa fondamentale... sono morti!

Gli zombi sono sempre stati una delle figure preferite del cinema horror, tanto da diventare quasi un genere a se "Lo Zombie Movie", ne esitono davvero tante di pellicole, anzi tantissime da poter riempire interi scaffali.

Sul finire degli anni 70 e inizi anni 80, gli zombi invadevano come un virus il mercato del cinema, dal grande schermo al home video, i vaganti hanno sempre camminato mano per mano in ogni nazione del mondo.

Sembra incredibile ma il paese con una vasta varietà di film sugli zombi è proprio l'Italia, che con le produzioni Usa si scambiavano collaborazioni. Molti giovani registi o anche legermente affermati, si avvalevano di attori e finanziamenti americani per poter tirar fuori prodotti di qualità, anche se guardandoli oggi potrebbero sembrare ad occhio, film di serie C... ma che ora sono piccoli cult abbandonati a se stessi.

Diversamente invece i film di Romero, il padre dei morti viventi, colui che ha creato tutto questo e che capolavori odierni come The Walking Dead, 28 giorni dopo, Rec o Train for Busan non potevano esistere. I film di Romero non sono mai stati dimenticati e sono sempre in prima linea, eccetto per il suo primo film "La notte dei morti viventi" che è diventata una pellicola priva di copyright per via di alcuni errori che sono stati fatti da chi ne gestiva i diritti, il film oggi è liberamente distribuibile su internet.

Nel corso della storia del cinema i vaganti hanno subito una mutazione notevole, da che erano lenti hanno imparato a correre e in alcuni casi anche a parlare, anche la causa dell'epidemia si è snodata in trame sempre differenti, da parassiti spaziali o naturali, da possessioni demoniache come nel film Rec, o da misteriose malattie che provocavano la rabbia come nel film 28 giorni dopo.



The Horde del 2010, diretto da Yannick Dahan e Benjamin Rocher, ci mette davanti ad una invasione di morti viventi e lo fa su uno stile macabro e ricco di cattiveria.

Nella banlieue parigina, quattro poliziotti corrotti decidono di vendicare un amico assassinato da una gang criminale che , braccata, si barrica in un edificio abbandonato. Da qui si ritroveranno in trappola da un'orda di non morti pronta ad entrare nell'edificio con una forza brutale.

In questa pellicola gli zombi diventano una minaccia molto più massiccia rispetto ai classici zombi di cui siamo stati abituati, lenti e facilmente evitabili. Qui bisogna usare la forza per liberarsi di loro, essi infatti riescono a correre, a spaccare porte e prenderti a pugni, il concetto del vecchio stile viene abbandonato dando vita ad un'atmosfera che mette molta più ansia.

Interessante come i due registi siano riusciti a marcare i profili dei vari personaggi che si differenziano per personalità, i colpi di scena non mancano e l'aria sporca che si respire è capace di regalare un viaggio all'inferno che in certi momenti riesce a tenerti in ansia e lasciarti esterefatto.

Anche se non è stato accolto con ostriche e champagne dal pubblico, resta comunque, secondo il nostro parere, un film da gustare senza troppe pretese.


Rimanendo sul filone di zombi forti, massicci e super pericolosi possiamo citare il meraviglioso 28 Giorni Dopo, diretto da David Boyle, la mente geniale di Trainspotting e The Millionaire. 

La serie cinematografica di Boyle è l'unica sua creatura horror, uscità nel lontano 2002 ha spaventato il pubblico con un concetto nuovo, per la prima volta gli zombi erano velocissimi, anche se non si tratta di morti che escono dalle tombe, qui parliamo di una malattia che rende rabbiose le persone e le spinge a nutrirsi di carne, prefiribilmente umana.

La bellezza di questo film è che non ci lascia respirare e siamo costantemente messi davanti a scene ricche di ansia e azione. Si fugge sempre alla ricerca di un posto sicuro e combattere i rabbiosi non è una cosa molto semplice, ci si infetta se si viene morsi o se il sangue penetra all'interno del corpo, anche tramite una ferita o una goccia in un occhio.

Perfetto in ogni dettaglio e non ha mai subito il che minimo remake da parte dell'america, difficile riuscire a fare di meglio, in un film di questo calibro non avrebbe nessun senso. Il suo seguito non è da meno, 28 Settimane Dopo tiene ben stretta l'atmosfera del precedente ma si impunta a spiegare con un po di dettaglio l'origine della malattia che lentamente fa notare come in poche settimane riesce a superare i confini e a espandersi in europa. Si perchè il primo capito si svolge a Londra, mostrando la metropoli in un fascino apocalittico che tiene incollati allo schermo.

Quando Boyle presentò il film la critica lo considerò una sorta di rinascità e conquista del cinema horror europeo, con i numeri sufficenti per sbaragliare ogni concorenza del cinema hollywoodiano.

Nel 2019 il regista ha confermato il suo terzo capitolo che dovrebbe intitolarsi 28 Mesi dopo, non esistono dettagli sulla trama ma probabilmente, come si intuisce nel finale del secondo capitolo con un'orda di zombi in Francia, l'epidemia si mostrerà conquistatrice dell'europa, o ancora meglio del mondo intero.


#Alive di Il Cho è un frenetico zombi movie ambientato in Corea, mentre la città viene invasa improvvisamente da un'orda di vaganti assassini, un giovane guarda tutto dalla sua finestra, ritrovandosi intrappolato nel suo appartamento impossibilitato a fuggire. Mentre cerca di metabolizzare ciò che stà accadendo nella sua città, dovrà provare a sopravvivere armandosi con le poche cose che riesce a trovare per recuperare cibo e materiale per rimanere in vita.

A quanto pare sembrerebbe in tutto per tutto il remake di un film francese intitolato "La notte ha divorato il mondo" del 2018. Ultimamente il cinema Asiatico sta proponendo pellicole di morti viventi capaci di riportare il genere ad un livello molto alto, infatti questo sembrerebbe uno dei pochissimi remake di un film occidentale, che sembra voler dire "Noi sappiamo farlo meglio" ed è proprio così.

Il film originale francese, pur essendo ben fatto, manca di quel fascino impnotico che invece #Alive riesce a dare allo spettatore. Se da una parte troviamo un film troppo silenzioso e lento, il remake riesce a creare tensione e curiosità, regalando spaventi e momenti di pura follia.

Ancora una volta l'Asia si dimostra la vera regina del genere horror, che abbandona i soliti romanzi sui fantasmi "Sempre molto ben accetti" e si butta in un genere più "Occidentale" colorando il tutto con le loro solite sfumature intelligenti, cupe e ricche di originalità.



Se volete regalarvi un'ora e mezza di cardiopalma, Train To Busan è il film perfetto per ciò che state cercando. Il film di Yeon Sang-Ho è ciò che di meglio si possa volere da un film sugli zombi.

La pellicola parte molto bene dai primi minuti, riesce a trascinare con curiosità lo spettatore per poi sfoggiare nel panico più totale, ciò che lo rende spaventosamente perfetto è il fatto di ritrovarsi chiusi in un treno, senza via di scampo, durante un'epidemia che diventa sempre più aggressiva con un'escalation di zombi che mettono paura.

I protagonisti sono un padre e la sua piccola bambina che si mettono in viaggio per Busan, i poveri viaggiatori non sanno che quella città sta affrontando un'apocalisse terrificante, che mano a mano che si avvicinano diventa sempre più evidente. Tentano di fermarsi nelle stazioni dove sembra che la situazione sia sotto controllo, ma ogni volta che scendono da quel treno scoprono che oltre a Busan, altre città sono sotto attacco zombi. Quando sentono che Busan è riuscità a contenere il problema tentano in tutti i modi di rimettersi in viaggio per tentare di raggiungerla.

Sembra di assistere a un video game, un classico survival horror dove sopravvivere il più possibile è la cosa fondamentale. Il seguito del film intitolato Peninsula prosegue con l'epidemia zombi anche se si tratta di un racconto Standalone, dove un gruppo di persone cerca di recuperare una borsa piena di soldi per poi imbattersi contro un'inferno che nel primo capitolo molti hanno già vissuto, riesce a tenere alta la bandiera del fascino di una serie pazzesca.

Esiste anche un bellissimo prequel del film Train to Busan intitolato Seoul Station, un film d'animazione dello stesso regista che ci mostra come sia avvenuta la terribile epidemia che ha portato Seoul nell'appocalisse.



Ma gli zombi movie si sà, come detto prima, possono snodarsi in varie sfumature, come in questo caso Scout vs Zombies o Scouts Guide To The Zombie Apocalypse, nasce con l'intento di essere una parodia dei più famosi film dedicati ai vaganti.

La sua linea trash è un timido tentativo di tuffarsi nel genere tipico degli anni 80, dove molte trashate miscelavano lo splatter con la commedia, il che ai tempi funzionava molto bene ma ai giorni nostri bisogna fare molta attenzione, perchè se si hanno idee un pò confuse e battute poco studiate, si rischia di creare qualcosa di trash, ma da lasciare sullo scaffale.

Questo Scout vs Zombies non è prettamente malvagio, ma forse il regista Christopher B. Landon avrebbe dovuto impegnarsi un tantino di più se voleva regalare la tipica atmosfera anni 80, sembra più un pretesto per provare a fronteggiare quel gioiellino di Zombieland di Ruben Fleischer.

Qui tre Boy Scout si troveranno a combattere contro un'epidemia che trasformerà i cittadini di una piccola città in zombi, insieme ad una valorosa "cameriera" combatteranno fianco a fianco per provare a fermare l'invasione e portare la serenità tra gli abitanti.

Se lo si guarda senza aspettarsi un grande film può diventare un momento piacevole da trascorrere, le risate sicuro non mancano ma bisogna prenderlo per quello che è, una classica commedia horror senza impegno.



Anche se si tratta di un'altra commedia di morti viventi, il discorso è differente dal precedente. L'alba dei morti dementi "Anche se il vero titolo è Shaun of the dead" è un grande film è un grande cult, ideato e diretto da Edward Wright riuscendo a collocarsi nella lista dei film da non perdere.

Shaun è un trentenne che conduce un'esistenza particolarmente noiosa e che lavora in un negozio di apparecchiature elettroniche. Il giovane vive in un appartamento condiviso con l'amico Ed, nella periferia di Londra. L'unico elemento di imprevedibilità deriva dalla propria ragazza Liz, la quale spera con tutto il cuore che il fidanzato cresca e maturi.

Il film è parte di un trilogia chiamata "Trilogia del cornetto" ogni film è rappresentato da storie horror/commedia differenti ma con gli stessi protagonisti. La trilogia vuole prendere in giro tre generi cinematografici principali, con L'alba dei morti viventi si punta sul genere horror, con World's End il genere fantascentifico con una invasione di alieni spettacolare e poi Hot Fuzz che punta sul genere poliziesco e non solo.

Inutile dire che la comicità Inglese è parte integrante di ogni film, ad alcuni può piacere ad altri meno, ma per chi sa apprezzare ogni tipo di cultura cinematografica troverà tre gioiellini da gustare. In questo caso le aspettative potete anche tenerle alte perchè non vi deluderà.


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E bene ragazzi, siamo giunti anche questa volta sani e salvi alla fine. Come potete notare fuori dalla nostra finestra c'è una schiera di amici che vuole fare festa con lo staff di Horror Week, ma noi non li faremo entrare, troppa gente senza mascherina... e non hanno un bell'aspetto!

Vi aspettiamo per il prossimo micidiale volume di Horror Week!

Restate vivi!

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